Ma perché l’imperatore Ottaviano Augusto scelse proprio il Capricorno e il solstizio d ‘inverno?

Natus est Augustus M. Tullio Cicerone C. Antonio cons. VIIII. Kal. Octob. Paulo ante solis exortum, regione Palati ad Capita bubula […] ” (Svet., Vitae, Aug., V).

Traduciamo: “Augusto nacque sotto il consolato di Marco Tullio Cicerone e di Caio Antonio, nove giorni prima delle Calende di ottobre, poco prima del sorgere del sole, nel quartiere del Palatino presso le Teste di Bue […]”.

Queste parole di Svetonio ci dicono innanzitutto che Augusto vide la luce il 23 settembre del 63 a.C., quindi sotto il segno della Libra (Bilancia) e non del Capricorno. Un orizzonte di inizio autunno che poco ha a che vedere con l’invernale Capricorno: come mai dunque Augusto scelse quest’ultimo segno?

Sempre dalle Vitae veniamo a sapere che, mentre si trovava col genero Agrippa nella città micrasiatica di Apollonia, Augusto si recò dall’astrologo Teogene il quale, dopo aver previsto un destino grandioso per Agrippa, si gettò letteralmente ai piedi di Augusto “adoravitque eum”; in seguito a tale incontro Augusto decise di diffondere quell’oroscopo dominato dal segno del Capricorno.

Potrebbe essere stato il suo ascendente; senz’altro è la costellazione sotto la quale Augusto venne concepito; oppure il suo quadro astrale di nascita potrebbe aver presentato numerosi ed inequivocabili legami con essa…Sta di fatto che il Capricorno, animale mitico, può essere considerato quale emblematica rappresentazione dell’orbe terracqueo in quanto riassume in sé la natura di terra e quella di acqua e quindi essere visto come positivo auspicio di potere sulle terre dell’Impero, sia quelle già acquisite che quelle ancora da conquistare.

Al Capricorno, inoltre, si riallaccia la figura leggendaria di Saturno e, con essa, l’idea dell’aurea aetas, quindi di promesse di benessere, ricchezza e fecondità. Riportando infine le parole del poeta astronomo Marco Manilio, veniamo a sapere che il segno del Capricorno governava tutte le regioni occidentali dell’Impero: “Tu, Capricorne, regis quidquid sub sole cadente / est positum gelidamque Helicen quod tangit ab illo / Hispanas gentes et quot fert Gallia dives / teque feris dignam tantum Germania matrem / asserit ambiguum sidus.” (Manilius, Astronomica, IV,791-796). Potremmo dunque considerarci legittimati a supporre che il Capricorno sintetizzi alla perfezione la politica augustea sotto l’aspetto delle sue premesse, dei suoi obiettivi e delle sue aspirazioni.

Non possiamo a tale proposito non ricordare la meravigliosa ed emblematica Gemma Augustea in cui il registro superiore è dominato dalla maestosa figura di Augusto (raffigurato come Giove con la sacra aquila ai suoi piedi) in trono accanto alla dea Roma; alle spalle del princeps compare (non a caso) il Capricorno col sidus Iulium, quella stella (forse una cometa) apparsa in cielo durante i giochi funebri in onore di Cesare, interpretata come premonizione di potere e di successo.

Raffigurato su monete, gemme (si pensi in particolare alla celebre Gemma Augustea) e, in casi meno frequenti, su monumenti (tra cui l’Arco di Orange, l’antica Colonia Julia Firma Secundanorum Arausio), il Capricorno è universalmente veicolato come simbolo inequivocabile di Augusto e da quest’ultimo applicato anche a legioni da lui rifondate o create ex novo, tra cui, appunto, la Legio Secunda Augusta i cui veterani furono collocati nella nuova colonia di Orange dopo aver sconfitto le popolazioni galliche locali. Il Capricorno, una costellazione che all’epoca coincideva col solstizio d’inverno, quindi con l’inizio di un nuovo ciclo: annuale, stagionale e, in chiave mitica, epocale: è l’inizio con Augusto dell’epoca della pace, dell’aurea aetas da tempo agognata.

Quanto significato si cela, dunque, dietro questo binomio “Ottaviano Augusto – Capricorno”. E quanto pervasivo si rivela dunque il messaggio subliminale dell’orientamento astronomico di Aosta (romana) così come di altre colonie augustee. Lo stesso orientamento si ritrova a Merida, in Spagna, l’antica Augusta Emerita fondata anch’essa nel 25 a.C., ad Augusta Raurica (attuale Augst in Svizzera), e nella città di Nicopolis (anticamente in Epiro), fondata da Ottaviano Augusto dopo la fatale vittoria navale di Azio avvenuta nel 31 a.C. contro le flotte di Marc’Antonio e Cleopatra.

Da segnalare, infine, la seconda centuriazione del territorio di Nova Carthago, operata dai gromatici della Legio II Augusta nel 29 a.C., chiaramente allineata al solstizio d’Inverno.

Un tempo magico. Il tempo in cui alcune porte si aprono e altre definitivamente si chiudono. Il tempo della rinascita, della vittoria del Sole sulle tenebre. A quale migliore momento dell’anno, dunque, l’intelligenza colta e raffinata di un princeps come Augusto avrebbe potuto assegnare la nascita delle sue colonie e la sua stessa auctoritas?

Stella

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