UNICORNI … MUST HAVE! E mai più senza!

Allora, alzi la mano chi, negli ultimi 4 anni almeno, non ha avuto modo di incrociare da qualche parte o sotto qualunque forma, un UNICORNO! E vogliamo non parlarne proprio oggi, 9 aprile? Oggi: UNICORN DAY!

Allora, io sono classe 1975! Negli anni ’80 anch’io caddi vittima della “Mio Mini Pony-Mania” (ne avevo circa una dozzina…). Una moda che si indica come la base del grande, globale revival fanta-equino sfociata nell’ “UnicornoMania“.

Dai più abituali pupazzi di peluche all’abbigliamento.

peluches

Dalla cartoleria ai bijoux, passando da scarpe, accessori, tazze, piatti, biancheria varia, complementi d’arredo… fino ad una casa vera e propria completamente dedicata al mitico animale! E’ la Unicorn House in centro a Milano, inaugurata per la Design Week 2019!

Unicorn House-Milano
Unicorn House-Milano

Calamite, gadgets di ogni forma, materiale e dimensione… per continuare con giochi impensabili ispirati alla bava di questa creatura; il così tanto amato SLIME (!!!), chiaramente brillantinoso, glitterato, iridescente e profumato!

unicornSlime

Una “Unicorn-Mania” incontenibile, esplosa anche nel look con acconciature e tinte per capelli (e barbe) di sicuro effetto!

unicorn-myonebeautifulthing
unicorn-myonebeautifulthing

Il make-up? Da vera Lady Unicorn on the rainbow! Un trionfo di toni pastello, iridescenze, sapienti sfumature, glitter e decorazioni “a tema”.

Mia figlia “grande” ha 4 anni e mezzo: nutre un’autentica passione, peraltro condivisa con molte amichette, per questi favolosi equini dal magico corno! Le lenzuola, il cuscino, un paio di vestitini, il lucidalabbra, il sapone, le mollette per capelli e, immancabile, il vestito da principessa Unicorno tutto tulle, colori pastello, stelline luccicose e paillettes!

E del cibo? Vogliamo parlare del tanto trendy (ma, a parer mio, stucchevolissimo) “unicorn FOOD”?!

Unicorn cake (nerdy nummies)
Unicorn cake (nerdy nummies)

Torte arcobaleno con orecchie e corno a vite in pasta di zucchero multicolore. Dolcetti, biscotti, cioccolatini, fino ai macarons unicornizzati!

Unicorn-Macarons (Rosanna Pansino)
Unicorn-Macarons (Rosanna Pansino)

E degli (improbabili…) “unicorn-toast” che diciamo? Fette di pancarré spalmate con varie creme di “formaggio” dai colori pastello cosparsi di stelline e paillettes … edibili?

Unicorn food toasted bread with colorfur cream cheese
Unicorn food toasted bread with colorfur cream cheese

Sandwich, cocktails, gelati, cereali, snack! Fino all’incredibile “Unicorn Frappuccino”: una miscela di latte e sciroppi super colorati che cambiano colore alla bevanda a seconda di come la mescoli… mamma mia… gli UNICORN-PARTY vanno per la maggiore (sebbene, per ora, limitati alla famiglia… s’intende!)

Unicorn Frappuccino-Junk banter
Unicorn Frappuccino-Junk banter

Mah, sarà anche di grande tendenza, ma personalmente resto scettica… Chissà se era proprio questo il genere di “gusto” cui pensava la raffinata “Dame à la Licorne” raffigurata nel ciclo di arazzi millefiori esposti al Musée du Moyen Age di Parigi…

Dame à la licorne-Gout (LePoint)
Dame à la licorne-Gout (LePoint)

Scoperti nel 1841 da Prosper Merimée nel castello di Boussac, le tappezzerie fine Quattrocento della “Dame à la Licorne” suscitano ancora oggi viva ammirazione.

Sei arazzi: ognuno rappresenta allegoricamente un senso attraverso le figure di una giovane nobile ed elegante fanciulla, della sua ancella, di un leone e di un unicorno. Ogni scena si situa in un giardino bucolico ricco di erbe e fiori che ci ammaliano e ci trasportano nell’universo immaginario delle classi aristocratiche della fine del XV secolo. !

Gli elaborati sfondi millefleur formano modelli ipnotici generando un’aura trascendentale che attira chi guarda nel loro complesso universo interno.

The Lady and the Unicorn“: un capolavoro divenuto icona indiscussa di un immaginario, di un vero e proprio sistema di simboli e valori facenti capo al raffinato amor cortese e alle sue articolate poetiche.

Ma il senso del “meraviglioso” e del favolistico viene trasmesso in particolare da una figura su tutte: l’unicorno!

Animale fantastico, onirico, stupefacente. Un elegante e leggiadro equino con folta chioma e lunghissima coda, identificabile da un corno a vite in mezzo alla fronte e, cosa venuta dopo, da spruzzate iridescenti di stelline e arcobaleni ad ogni colpo di zoccolo!

E forse è da questo raffinato “incunabolo” che deriva tutto il successivo mondo incantato in cui agli unicorni si associano gli arcobaleni e persino le fate! Eteree ed evanescenti fanciulle di eccezionale bellezza avvolte di sogno e magia. Come gli unicorni! Eh sì, perché il corno sulla loro fronte, l’Alicorno, si diceva fosse magico e capace di guarire immediatamente dalle malattie e di purificare l’acqua. Anche per tale motivo si credeva che solo una fanciulla vergine e pura potesse cavalcare questo animale.

Ma è davvero solo il frutto della fantasia?

Per alcuni scienziati, tuttavia, l’Unicorno parrebbe essere esistito davvero! Un suo antenato (più simile ad un tozzo rinoceronte lanoso però…) sarebbe vissuto in un periodo compreso tra 300mila e 30mila anni fa in Siberia, arrivando forse ad incontrare l’uomo di Neanderthal!

Eccolo!

Elasmotherium sibiricum
Elasmotherium sibiricum

Sì, decisamente meno raffinato e più bovino che equino ma, si sa, se eventualmente incontrato dall’uomo potrebbe averne segnato potentemente l’immaginario!

E che dire delle straripanti Wunderkammern settecentesche, in cui tra i vari “mirabilia” non potevano assolutamente mancare i corni di unicorno? Poi, in realtà, erano corni, o meglio, denti di narvalo… un delfinattero anche detto “unicorno del mare”. Lui, sì, esiste per davvero!

Per inciso, tornando a mia figlia, nella sua Wunderkammern si annoverano anche 2 narvali e uno strano tricheco cornuto… mah! Mirabilia da edicola!

narvalo, unicorno del mare (nationalgeographic.it)
narvalo, unicorno del mare (nationalgeographic.it)

Sta di fatto che pensando alla fortuna iconografica degli unicorni, la mente immediatamente si sofferma ai tanti mosaici medievali dove questo meraviglioso, immaginario animale veniva raffigurato come simbolo di purezza e castità. Divenuto, dal XIII secolo, attributo della Vergine, arriva a simboleggiare addirittura il Cristo.

VALLE D'AOSTA-Mosaici Cattedrale Aosta (foto Enrico Romanzi)
VALLE D’AOSTA-Mosaici Cattedrale Aosta (foto Enrico Romanzi)

Vi riporto, qui sopra, il mosaico duecentesco presente all’interno della Cattedrale di Aosta. Notate, appunto, l’unicorno in alto a sinistra e, sotto di lui, in corrispondenza, il pesce, ιχθύς (pronuncia: ikzùs con la u stretta, alla francese), ovvero acronimo di “Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore”).

Quindi dicevamo: simbolo di purezza, di castità e di onestà, si narrava che questo animale potesse venire avvicinato e abbracciato soltanto da una Vergine. E, ad un ulteriore livello iconologico: l’abbraccio, il contatto tra unicorno e Vergine richiama anche la Santa Incarnazione. L’unicorno, simbolo di Gesù Cristo, trova incarnazione in una Vergine: è la Santa Concezione. Si pensava inoltre che il suo corno avesse un forte potere curativo, in grado di guarire,qualora assunto in forma di polvere, qualunque tipo di veleno. Ma come procurarselo? Fino al XIX secolo, poteva esserne acquistata una porzione presso alcune “farmacie” le quali, in realtà, commerciavano denti di un grosso cetaceo: il narvalo, appunto…!

Quindi, fin’ora, possiamo concludere che l’unicorno, anche chiamato “alicorno” o “liocorno” …

“Ci son due coccodrilli ed un orangotango; due piccoli serpenti, un’aquila reale, il gatto, il topo e l’elefante…non manca più nessuno… Solo non si vedono i due liocorni!”.

so che vi è venuta in mente e la state canticchiando… ebbene, questo animale, esistito o meno, si presenta assolutamente legato al mondo femminile! Un animale la cui eleganza, raffinatezza e delicata cromia attirano immediatamente la fantasia e il gusto delle giovani fanciulle!

E numerosi sono gli esempi nell’arte in cui troviamo il fiabesco equino avvinghiato, abbracciato o coccolato da una ragazza!

Domenico Zampieri detto il Domenichino, Vergine con unicorno, 1604, affresco,Roma, Palazzo Farnese, Galleria dei Carracci
Domenico Zampieri detto il Domenichino, Vergine con unicorno, 1604, affresco,Roma, Palazzo Farnese, Galleria dei Carracci

Attenzione, tuttavia! L’unicorno è, sì, simbolo di purezza e castità, cosa che ne fece un emblema indiscusso dell’amor cortese, ma lui, l’animale, parrebbe tutt’altro che casto! Anzi, sarebbe mosso da istinti carnali anche violenti che, però, verrebbero ammansiti solo dal tocco di una giovane candida e innocente…

Raffaello, Dama col Liocorno (1505-1506), Galleria Borghese, Roma
Raffaello, Dama col Liocorno (1505-1506), Galleria Borghese, Roma

Secondo Leonardo Da Vinci, infatti, esisteva un solo modo per catturare un unicorno, ovvero sfruttando il suo istinto sessuale. Gli si metteva davanti una giovane vergine, al che lui per il desiderio impellente dimenticava di attaccare e posava la testa sul suo grembo, e solo così poteva essere catturato. Il significato del corno è chiaro.

Ecco, siamo così arrivati al risvolto piccante dell’unicorno: l’evidente simbologia sessuale data dall’essere “cavallo” con in più un lungo e potente corno!

Ed ecco che il mondo fatato e zuccheroso dai delicati colori pastello, inizia a venarsi di tinte più “dark”! Ecco che l’unicorno di veste di un’identità nascosta, mimetizzata e per certi versi “pericolosa”. Diventa ancor più intrigante per questa sua natura ambigua: un aspetto esteriore candido, fragile e innocuo che nasconde, però, una creatura mossa da forti pulsioni carnali…

Un’ambiguità assunta, tra le altre cose, a novella icona gay!

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E per concludere fa sorridere come, ultimamente, inizino ad emergere divertenti tentativi di smitizzazione degli Unicorni, quasi che tutto questo candore, questa purezza e questa “superiorità” li abbiano resi antipatici. E’ il caso del film animato “Onward-Oltre la magia” (Disney-Pixar 2020).

Ebbene, in questa periferia di New Mushroomton, gli unicorni non sono affatto creature poetiche e celestiali, ma animali randagi, sporchi e aggressivi, che hanno imparato a cercare gli avanzi dai bidoni della spazzatura.

Perché un simile cambiamento? Perché in questo mondo le fate non hanno più bisogno di volare, le Mantigore non combattono e diventano dei food-manager e gli unicorni, beh, tirano fuori il peggio! “Oltre la magia”, appunto; molto al di là della fantastica “terra di mezzo”. Qui la magia è stata soppiantata dalla più onnipresente tecnologia e chi non riesce a stare al passo, resta tagliato fuori e relegato ai margini. Una cruda visione esasperata della realtà? Un monito? Ossia che senza quel necessario pizzico di sana magia ci si abbrutisce e ci si inaridisce? Forse questi unicorni malconci vogliono dirci questo: lasciateci sognare, lasciateci fantasticare e, anche usando la tecnologia, non diventatene schiavi ma pensate che persino nei più sofisticati meccanismi tecnologici può insinuarsi un elemento di “magia”, comunque la si voglia intendere.

Solo con la fantasia, vera e autentica, possiamo continuare ad essere UNICORNI!

Stella

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