21 aprile 2021. 2774…ANNI! Certo, oggi è il compleanno di una nobile signora, anzi, di una dea, meglio… di un MITO! Oggi è il dies natalis di Roma, aeterna urbs!
Un’alba? Forse… Ce lo possiamo immaginare quel rosato chiarore mattutino, quel cielo appena dorato all’orizzonte…la brina, un probabile velo di umidità nell’aria e sui colli, anzi, su un colle in particolare: il Palatino! Romolo aggioga la coppia di buoi, o meglio: un bue ed una vacca, rigorosamente bianchi, con le corna decorate da fiori e nastri. Sì, quello il punto più elevato, da qui la vista spazia e abbraccia la valle e il Tevere luminoso: è questo il punto indicato dagli dei, annunciato dai segni celesti. Qui sorgerà Roma.
Le bestie si mettono lentamente in marcia; Romolo spinge il sacro aratro il cui vomere affonda nella turgida e nera terra: auspicio di futura prosperità ed eterna ricchezza. I sacerdoti osservano in un mistico silenzio: alcuni continuano a scrutare il cielo, alla ricerca (forse) di altri segni, studiando il ciclico e sempiterno movimento antiorario degli astri di cui il perimetro della futura città dovrà essere sacro riflesso. Altri, invece, osservano con attenzione il tracciamento del solco primigenio, il debordare delle zolle che poi regolarmente vengono rivoltate ed il compiersi di gesti antichi dettati dai sacri libri dell’oscura disciplina.
Romolo è attento, concentrato, assorto. Pensa ad un nome…Roma.
21 di aprile 2020. La leggenda ritorna. Il mito riemerge potente dalle nebbie di un passato lontano. E il cielo ritorna protagonista, coi suoi moti sempre uguali ma comunque imperscrutabili.
Da sempre prima i re della Roma regia, poi, molto dopo, gli imperatori, instaurarono un rapporto privilegiato con gli astri e le sfere celesti: per trarne insegnamento, presagio, previsione, auspicio.
Il 21 di aprile è una data unica. Il 21 di aprile Roma celebra i suoi antichi fondatori e, con loro, i suoi gloriosi dei. In questo sacro giorno il Sole riveste un ruolo da protagonista ed è per tale motivo che ci recheremo al Pantheon.
Già, il Pantheon: indiscusso capolavoro della più alta e raffinata ingegneria romana. Un tempio nato da una sfera ed in questa perfettamente inscrivibile. Un tempio dalla copertura a cupola così ampia e sorprendente da voler richiamare la stessa volta celeste. Un tempio, però, dall’orientamento apparentemente inspiegabile in quanto rivolge il suo ingresso a nord. Perché?
Il primo Pantheon fu voluto da Augusto, imperatore che molto bene sapeva leggere ed utilizzare il potere delle stelle e che altrettanto strategicamente sapeva costruire le città con sagaci allineamenti “parlanti”. E proprio a tale proposito pensiamo al non lontano Campo Marzio: un’area abbracciata da un’ansa del Tevere che, fino ad Augusto, non era mai stata davvero valorizzata. Qui il princeps volle realizzare un luogo monumentale denso di simbolismi, di richiami e di messaggi. Qui infatti venne realizzato il Mausoleo per Augusto; qui l’Ara Pacis; qui il Solarium Augusti ( o Horologium Augusti); qui, infine, venne innalzato l’obelisco importato dall’Egitto. Qui doveva essere il regno del Sole, il Sole di Augusto. L’immensa pavimentazione della piazza riportava la scansione del tempo: stagioni, mesi, ore, zodiaco. L’obelisco fungeva da gnomone, ma solo in un preciso giorno proiettava la sua lunga ombra in maniera emblematica: al tramonto del 23 settembre (giorno di nascita di Augusto) l’ombra ricadeva dal Mausoleo fino all’ingresso dell’Ara Pacis (posizionata diversamente rispetto ad oggi). Il messaggio era: Augusto è nato per portare la Pace (personificata come una vera e propria divinità!).
Il Mausoleo è orientato nord-sud con la porta d’ingresso a meridione. Immaginando di tirare una linea retta annullando tutte le costruzioni che nei secoli hanno riempito tale distanza, arriveremmo fino all’ingresso del Pantheon. Si tratta di un’intuizione e del frutto della ricerca condotta dai Proff. Giulio Magli, docente di Archeoastronomia al Politecnico di Milano, e Robert Hannah, docente di letteratura classica presso l’Università di Otago (Nuova Zelanda).
Un legame tra Augusto, divi filius, e la sacra dimora di tutti gli dei. Quegli stessi dei che favorirono e patrocinarono la nascita di Roma e che annovereranno anche l’imperatore dopo la sua morte.
21 di aprile. Mezzogiorno. Il Sole passa alto sopra la grande cupola e intercetta, in un momento preciso, in un istante di eternità, il vuoto sommitale. I raggi entrano nell’aula sacra, la invadono e poi si spostano fino ad incontrare il portale d’accesso. Le cornici di marmo si accendono e l’intero edificio quasi rifulge per una luce interiore che richiama i passanti invitandoli a fermarsi, ad osservare, ad entrare. E’ il Natale di Roma e tutti gli dei ne festeggiano la nascita.
Mi auguro che oggi sull’Urbe eterna, il Sole non nasconda il suo volto…
Auguri Roma!
Stella
Grazie per questa gita di Pasquetta virtuale e … tanti auguri! Elena
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