Eccoci al terzo appuntamento di #OltreConfine. “Petites pastilles d’escapades” come direbbero i Francesi. “Pillole di viaggio” per oltrepassare i confini, per ora solo col pensiero e con un desiderio di viaggiare che aumenta ogni giorno di più!
Oggi si va nel vicino Piemonte: ad Alba, la regina delle Langhe!
Eh sì, lo so… viene subito quella certa acquolina in bocca, vero? Perché non appena nomini “Alba” sono innanzitutto queste le cose che vengono in mente… tartufo, battuta di fassona, un trionfo di carni squisite, di formaggi profumati, di vini eccezionali…per non parlare del risotto al Barolo (ne vado matta!), delle gentili nocciole locali e… insomma un vero “Bengodi”!
Ma a queste immancabili leccornie non possiamo non abbinare l’interesse per la storia e l’arte di questa cittadina gioiello, rossa di cotto, calda ed accogliente. Dopo alcuni giri lungo le strade del Barolo e del Barbaresco punteggiate da manieri e sontuose dimore barocche, decidiamo di trascorrere una giornata ad Alba.
A 50 km a nord-est di Cuneo, Alba sorge sulla riva destra del Tanaro, in prossimità della sua confluenza col torrente Cherasca, in un’ariosa e verdeggiante conca pianeggiante bordata da dolci colline coltivate a vigneto. Un sito abitato sin da epoca preistorica; le prime tracce di insediamento, infatti, risalgono al Mesolitico (10.000-6.000 anni a.C.): piccoli gruppi dediti alla caccia e alla pesca. Effettivamente questa particolare posizione la rendeva quanto mai appetibile…
Addentriamo nelle vie del centro storico dove un’infilata di bei palazzi medievali e barocchi ci accompagnano lungo tutto il percorso. Portici (quanto adoro i portici!), facciate in cotto ricche di decorazioni, chiese dai prospetti curvilinei, torri (non a caso Alba è anche chiamata “città dalle Cento Torri“!), campanili e immancabili (nonché imperdibili!) vetrine debordanti di mille golosità!
“Alba ha 8.000 anni di storia e il territorio che la circonda è ricco di sorprese. Vieni a scoprirle!”
Merita senz’altro una visita il museo civico di archeologia e storia naturale “Federico Eusebio”, situato nella luminosa corte del complesso dell’antico convento della Maddalena.
Le sue sale ospitano il retaggio della millenaria storia cittadina, fin dai suoi esordi risalenti al VI millennio a.C. (il villaggio preistorico è stata una stazione fondamentale del Neolitico del Nord Italia) per giungere ai suoi periodi di maggiore splendore, come quando sotto la dominazione romana assunse il nome di Alba Pompeia, o come quando, negli ultimi secoli del Medioevo fu Libero Comune.
Langhe all’Alba della storia
E’ qui, nel territorio dove sorgerà Alba, che si ha testimonianza della più antica colonizzazione del Piemonte meridionale datata agli inizi del Neolitico (6.000-5250 a.C.) con stretti e frequenti contatti coi vicini Liguri. Vivace l’attività agricola con coltivazioni di farro, orzo e frumento contestualmente al recupero di macine e macinelli.
Con l’epoca protostorica, Età del Bronzo antico (2.200-1.700 a.C.), notiamo significative analogie con Aosta. Anche qui è stato individuato un santuario in cui con tutta probabilità venivano venerate le spoglie mortali degli antenati o comunque di personaggi di rango elevato assai in vista nella società del tempo. Ci colpisce in particolare una sepoltura particolare detta “del Guerriero”, databile tra Bronzo medio e recente, quindi tra 1700 e 1300 a.C.; sicuramente una presa di possesso del territorio che anche nelle sepolture privilegiate dichiarava l’importanza e la forze dei clan, dell’élite guerriera locale.
Dalle “case degli antenati” del Neolitico e dell’Età del Rame, fino alle armi dell’Età del Bronzo (pugnali, spade), arriviamo all’Età del Ferro: siamo nella propaggine nord-orientale del territorio del popolo dei Bagienni (anticipo che Augusta Bagiennorum sarà tra le prossime mete #OltreConfine!)
Fu il console Gneo Pompeo Strabone, padre del più noto Pompeo Magno, a fondare Alba Pompeia. Siamo dunque in piena età repubblicana, ma purtroppo le fasi della città relative a questo suo periodo delle origini non sono note. E’ invece la fase augustea quella che ha restituito il maggior numero di resti; è con Ottaviano Augusto, infatti, che questo centro viene monumentalizzato e dotato di un perfetto impianto urbanistico ed architettonico.
Ma perché “Alba”? Non perché c’entri il colore bianco, ma perché questo termine di origine ligure indica l’insediamento principale di un certo territorio; pensiamo, infatti ad ALB-enga, l’antica ALB-ingaunum, o a Ventimiglia il cui nome antico era, non a caso, ALB-intimilium…
Una posizione privilegiata che in breve tempo rese Alba un centro strategico per gli scambi commerciali, un ponte importante tra il Mar Ligure e le Alpi, tra il Mediterraneo e la piana del Po.
A questo si aggiunga l’efficiente e capillare rete stradale romana in cui le vie principali si affiancavano ad un incredibile reticolo di strade secondarie, assai spesso ricalcate su precedenti piste conosciute ed utilizzate sin dalla Preistoria.
La città romana presenta una forma irregolarmente ottagonale; quasi al centro di uno spazio urbano suddiviso in 52 insulae sorgeva il foro nelle cui vicinanze si trovavano le terme ed il teatro.
Che fosse una città ricca ed opulenta è facile intuirlo: il museo dipana un’abbagliante sequenza di lacerti di pavimenti marmorei multicolori, di affreschi parietali straordinari, di frammenti di statuaria monumentale e non solo… per non parlare dei corredi funerari, del vasellame ceramico e vitreo, dei monili, dei gioielli, dei cippi funerari elegantemente decorati e le tante, tantissime, iscrizioni i cui nomi e i cui titoli aiutano a ritrovare gli albesi del tempo.
Due sono le cose che più di tutte tenevo a vedere e che, come mi aspettavo, sono rimaste impresse nella mia mente. Innanzitutto l’incredibile affresco col Capricorno e i delfini proveniente dalla ricchissima domus di via Acqui. Sebbene la didascalia presente al museo parli di “animali marini fantastici”, io mi permetterei di azzardare che si tratta, senza troppi dubbi, di un Capricorno, mitico animale dalla doppia identità marina (coda di pesce) e terrestre (protome cornuta), se non addirittura dalla tripla identità in quanto trattasi di costellazione, quindi anche celeste!
Sarà che negli ultimi anni di Capricorni ne ho studiati davvero tanti… ma mi sentirei di averne trovato un altro e decisamente notevole! Capricorno, simbolo dell’imperatore Augusto, accompagnato da delfini, non a caso mammifero marino scelto dal fidato Agrippa.
Altro elemento di forte attrattiva per me era la nota testa colossale raffigurante una divinità femminile diademata. Questa testa venne ritrovata nel 1839 nei pressi del Duomo (zona forense quindi). Purtroppo ad Alba si trova una copia poiché l’originale è esposto al Museo di Antichità di Torino…peccato… ma presto anche Augusta Taurinorum sarà protagonista di #OltreConfine! Tuttavia, al di là di complesse vicissitudini storiche, ritengo sia assolutamente importante che i pezzi, soprattutto se così rilevanti e in qualche modo “rari”, tornino nel luogo dove furono scoperti!
Si tratta di una statua di culto realizzata con la tecnica detta dell’acrolito, ossia con diversi materiali; la testa, in lucente e prezioso marmo greco, andava inserita in un corpo realizzato in altro materiale, magari con altro colore per accentuare il contrasto tra le carni e le vesti. Si data tra la fine del II sec. a.C. e l’inizio del secolo seguente.
Quello sguardo rivolto verso l’alto, il possente collo leggermente ritorto, le corpose ciocche di capelli a fatica trattenute dal diadema, ma soprattutto quella bocca piccola ma carnosa leggermente socchiusa quasi stesse sussurrando antiche litanie, portano direttamente ai canoni stilistici di età ellenistica. Un sogno…
Quando si potrà, dedicate un week-end ad Alba, vi stupirà! E non solo per la sua straordinaria enogastronomia o per la sua accogliente atmosfera, ma anche per le ricche testimonianze del suo lungo e variegato passato, così come per il suo sottosuolo! Ebbene sì, non potete perdervi la visita di Alba sotterranea insieme agli archeologi!
Alba, capitale delle Langhe, un vero scrigno di arte e di storia da vivere… con gusto e “sottosopra”!
Stella